La "mia Africa"

Posted by Alessio Lissoni


Ciao, mi chiamo Alessio ed insieme alla mia ragazza Laura ho vissuto un’esperienza di volontariato a Nampula, una città del Mozambico. Siamo stati accolti da Martina - missionaria del Sacro Cuore, socia dell’associazione “Guardare Lontano”, impegnata nella formazione dei giovani mozambicani - e ospitati nella casa della Compagnia Missionaria.
Devo ammettere che le prime sensazioni provate all’arrivo a Nampula sono state forti. Era notte, le sole luci dei fari della macchina segnavano i profili delle persone sedute a lato della strada che apparivano senza meta e mi sentii totalmente catapultato in una realtà che da casa non ero riuscito veramente ad immaginarmi.
Cominciai a chiedermi se ero giusto per quel luogo, se potevo essere utile a qualcosa. Lo so era tardi per chiederselo ma solo in quel momento me ne ero reso conto. Dopo una notte di sonno profondo ma inquieto arrivò finalmente il mattino, mi sentivo un bambino che doveva conoscere un mondo nuovo, culture nuove e ancora più importante persone nuove. 

L’importanza del singolo
Non ricordo ad oggi una sola ora passata in Mozambico che non mi abbia dato una sensazione particolare, sarà stato il fatto che fosse la prima volta di tutto, la prima colazione, la prima conversazione…ma credo che il vero motivo sia la diversità dell’importanza del “singolo”. Nella mia realtà quotidiana è troppo facile dimenticare la differenza che può fare la singola persona, siamo tutti abituati a pensare più a noi stessi, è già difficile vivere così e per questo cerchi di stare al tuo posto per non crearti troppi problemi con le cose circostanti e poter così vivere la tua vita come meglio credi. Ecco diversamente in Africa o meglio in Mozambico, perché quella è la realtà che per un po’ ho vissuto, qualunque cosa tu ti impegni a fare non sei uno dei tanti ma delle volte sei il solo o al massimo uno dei pochi. Ne consegue che ogni persona per quanto umile possa essere, il solo fatto di sentirsi utile e un po’ preziosa non può che arrecargli piacere.

Parte di quella terra
Sono partito per il Mozambico sicuro di ricevere nel bene e nel male tanto, ma non avrei mai immaginato così tanto! Sicuramente ai nostri occhi in Mozambico come in gran parte dell’Africa mancano delle necessità di base con cui noi non potremmo mai vivere senza ed è giusto che lo stato, la chiesa e le associazioni umanitarie cerchino di migliorare le condizioni di vita. Tuttavia mi sento di esternare una mia paura, sperando rimanga tale, quella che purtroppo con lo sviluppo e la ricchezza si delineano quelle differenze sociali che hanno portato nel mondo che noi conosciamo ad accrescere l’indifferenza, l’invidia, la sfiducia nel prossimo. In Africa ho trovato un popolo veramente capace di accoglierti, che non chiede nulla in cambio, felice del fatto che tu sei lì …ed ero molto felice anch’io!!! 
A seguito di questa prima esperienza in Africa sprono chiunque a cercare di trovare il modo di poter vivere un’esperienza simile, non importa se si pensa di non essere in grado di dare una mano, quello che conta è che nel tentativo di aiutare si verrà per forza aiutati a nostra volta.
Il futuro dell’Africa non è diverso da quello del resto del mondo, tuttavia in Africa c’è una possibilità in più, personalmente la vedo come una seconda chance per non ripetere gli errori del passato e poter preservare dei valori.
Solo vivendo una simile opportunità potevo cominciare a capire il significato del detto “Mal d‘Africa”, del perché così tante persone sono state segnate da un continente così vasto ed eterogeneo, dove nonostante tu rappresenti un puntino di una realtà enorme, ti senti comunque parte di quella terra…quella terra non tua per nascita ma per scelta.
Ci tengo tantissimo a ringraziare e salutare tutte le persone conosciute in Mozambico: Martina, Florbela, padre Ciscato, Helena, Gabriela, Fausto, Laina, Lourde, Dalaina, Adelaide, Isabela, Anarita, Natalia, Gildo; ringrazio poi Paola e Orielda, i nostri riferimenti italiani, che ci hanno seguito per questi anni di orientamento… infondo io ho vissuto e vivo la mia “avventura” partendo da qua ed anche attraverso tutti voi. Grazie davvero, fate tutti parte della “mia Africa“!!!
Ciao, mi chiamo Alessio ed insieme alla mia ragazza Laura ho vissuto un’esperienza di volontariato a Nampula, una città del Mozambico. Siamo stati accolti da Martina - missionaria del Sacro Cuore, socia dell’associazione “Guardare Lontano”, impegnata nella formazione dei giovani mozambicani - e ospitati nella casa della Compagnia Missionaria. Devo ammettere che le prime sensazioni provate all’arrivo a Nampula sono state forti. Era notte, le sole luci dei fari della macchina segnavano i profili delle persone sedute a lato della strada che apparivano senza meta e mi sentii totalmente catapultato in una realtà che da casa non ero riuscito veramente ad immaginarmi. Cominciai a chiedermi se ero giusto per quel luogo, se potevo essere utile a qualcosa. Lo so era tardi per chiederselo ma solo in quel momento me ne ero reso conto. Dopo una notte di sonno profondo ma inquieto arrivò finalmente il mattino, mi sentivo un bambino che doveva conoscere un mondo nuovo, culture nuove e ancora più importante persone nuove. L’importanza del singolo Non ricordo ad oggi una sola ora passata in Mozambico che non mi abbia dato una sensazione particolare, sarà stato il fatto che fosse la prima volta di tutto, la prima colazione, la prima conversazione…ma credo che il vero motivo sia la diversità dell’importanza del “singolo”. Nella mia realtà quotidiana è troppo facile dimenticare la differenza che può fare la singola persona, siamo tutti abituati a pensare più a noi stessi, è già difficile vivere così e per questo cerchi di stare al tuo posto per non crearti troppi problemi con le cose circostanti e poter così vivere la tua vita come meglio credi. Ecco diversamente in Africa o meglio in Mozambico, perché quella è la realtà che per un po’ ho vissuto, qualunque cosa tu ti impegni a fare non sei uno dei tanti ma delle volte sei il solo o al massimo uno dei pochi. Ne consegue che ogni persona per quanto umile possa essere, il solo fatto di sentirsi utile e un po’ preziosa non può che arrecargli piacere. Parte di quella terra Sono partito per il Mozambico sicuro di ricevere nel bene e nel male tanto, ma non avrei mai immaginato così tanto! Sicuramente ai nostri occhi in Mozambico come in gran parte dell’Africa mancano delle necessità di base con cui noi non potremmo mai vivere senza ed è giusto che lo stato, la chiesa e le associazioni umanitarie cerchino di migliorare le condizioni di vita. Tuttavia mi sento di esternare una mia paura, sperando rimanga tale, quella che purtroppo con lo sviluppo e la ricchezza si delineano quelle differenze sociali che hanno portato nel mondo che noi conosciamo ad accrescere l’indifferenza, l’invidia, la sfiducia nel prossimo. In Africa ho trovato un popolo veramente capace di accoglierti, che non chiede nulla in cambio, felice del fatto che tu sei lì …ed ero molto felice anch’io!!! A seguito di questa prima esperienza in Africa sprono chiunque a cercare di trovare il modo di poter vivere un’esperienza simile, non importa se si pensa di non essere in grado di dare una mano, quello che conta è che nel tentativo di aiutare si verrà per forza aiutati a nostra volta. Il futuro dell’Africa non è diverso da quello del resto del mondo, tuttavia in Africa c’è una possibilità in più, personalmente la vedo come una seconda chance per non ripetere gli errori del passato e poter preservare dei valori. Solo vivendo una simile opportunità potevo cominciare a capire il significato del detto “Mal d‘Africa”, del perché così tante persone sono state segnate da un continente così vasto ed eterogeneo, dove nonostante tu rappresenti un puntino di una realtà enorme, ti senti comunque parte di quella terra…quella terra non tua per nascita ma per scelta. Ci tengo tantissimo a ringraziare e salutare tutte le persone conosciute in Mozambico: Martina, Florbela, padre Ciscato, Helena, Gabriela, Fausto, Laina, Lourde, Dalaina, Adelaide, Isabela, Anarita, Natalia, Gildo; ringrazio poi Paola e Orielda, i nostri riferimenti italiani, che ci hanno seguito per questi anni di orientamento… infondo io ho vissuto e vivo la mia “avventura” partendo da qua ed anche attraverso tutti voi. Grazie davvero, fate tutti parte della “mia Africa“!!!