PICCOLI GESTI

Posted by Marlene Franceschelli

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Sono partita per la Guinea Bissau semplicemente perché volevo aiutare chi più necessita di aiuto, volevo essere utile per qualcuno e qui lo sono stata. Ho dato un piccolo aiuto e ho ricevuto tantissimo: sorrisi, saluti, gesti di gratitudine: qui si impara ad apprezzare soprattutto questo, i piccoli gesti. Forse per molti non vogliono dire niente, mentre per me vogliono dire tutto. Uno di questi gesti è vedere Betty e Anto che mi vengono incontro e mi abbracciano, appena esco dalla porta di casa.

Sono stata 40 giorni tra marzo e aprile scorsi e ho aiutato nella scuola São Paulo: al mattino con la ‘professora’ Carolina nella 1ªelementare e al pomeriggio con la ‘professora’ Madalena nella 2ªelementare. I bambini si sono molto affezionati a me, come io a loro del resto, e prima di tornare a casa, venivano a darmi la mano per salutarmi, uno di loro, invece, mi aspettava, e tornavamo a casa insieme.

Sono ripartita a settembre per rimanere 9 mesi sempre per lo stesso motivo: aiutare e ricevere in cambio tutto questo. Forse qui non avranno la luce, l’acqua, la televisione.. ma hanno tutto ciò di cui necessitano, ce l’hanno dentro.
Quando sono tornata non pensavo che tutti si sarebbero ricordati di me, invece nessuno mi aveva dimenticato, anzi molti sono venuti a salutarmi appena arrivata. Antonieta e Bina erano, come l’altra volta, ad aspettarmi all’aeroporto, appena arrivata a casa c’era Ivone ad accogliermi. Il mattino dopo ho rivisto Nhamo, la mia compagna di passeggiate e la mia guida personale durante quei 40 giorni, ma soprattutto la mia prima amica qui in Guinea Bissau.
La cosa che mi ha colpito di più, però, è stato vedere i bambini con cui avevo lavorato a marzo venirmi a salutare appena arrivata nel cortile della scuola, oppure sentirmi chiamare ‘professora!’ dall’altra parte della rete, mentre faccio il bucato, girarmi e trovare un gruppo di bambini che con la manina mi salutano contenti. A questi bambini se ne sono aggiunti altri, quelli della Turma A! 39 bambini semplicemente dolcissimi, che ogni mattina mi corrono incontro appena esco dal cancello di casa. 
Ogni giorno questi bambini riescono a mettermi il sorriso e a darmi la forza per affrontare un unica ma grandissima fatica: la nostalgia. La stessa e unica fatica che ho incontrato in quei 40 giorni, anche se, come dico sempre, qui ho la mia seconda famiglia! Perché alla fine è proprio così: qui in Guinea ho trovato la mia seconda grande famiglia.

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Sono partita per la Guinea Bissau semplicemente perché volevo aiutare chi più necessita di aiuto, volevo essere utile per qualcuno e qui lo sono stata. Ho dato un piccolo aiuto e ho ricevuto tantissimo: sorrisi, saluti, gesti di gratitudine: qui si impara ad apprezzare soprattutto questo, i piccoli gesti. Forse per molti non vogliono dire niente, mentre per me vogliono dire tutto. Uno di questi gesti è vedere Betty e Anto che mi vengono incontro e mi abbracciano, appena esco dalla porta di casa.

Sono stata 40 giorni tra marzo e aprile scorsi e ho aiutato nella scuola São Paulo: al mattino con la ‘professora’ Carolina nella 1ªelementare e al pomeriggio con la ‘professora’ Madalena nella 2ªelementare. I bambini si sono molto affezionati a me, come io a loro del resto, e prima di tornare a casa, venivano a darmi la mano per salutarmi, uno di loro, invece, mi aspettava, e tornavamo a casa insieme.

Sono ripartita a settembre per rimanere 9 mesi sempre per lo stesso motivo: aiutare e ricevere in cambio tutto questo. Forse qui non avranno la luce, l’acqua, la televisione.. ma hanno tutto ciò di cui necessitano, ce l’hanno dentro.
Quando sono tornata non pensavo che tutti si sarebbero ricordati di me, invece nessuno mi aveva dimenticato, anzi molti sono venuti a salutarmi appena arrivata. Antonieta e Bina erano, come l’altra volta, ad aspettarmi all’aeroporto, appena arrivata a casa c’era Ivone ad accogliermi. Il mattino dopo ho rivisto Nhamo, la mia compagna di passeggiate e la mia guida personale durante quei 40 giorni, ma soprattutto la mia prima amica qui in Guinea Bissau.
La cosa che mi ha colpito di più, però, è stato vedere i bambini con cui avevo lavorato a marzo venirmi a salutare appena arrivata nel cortile della scuola, oppure sentirmi chiamare ‘professora!’ dall’altra parte della rete, mentre faccio il bucato, girarmi e trovare un gruppo di bambini che con la manina mi salutano contenti. A questi bambini se ne sono aggiunti altri, quelli della Turma A! 39 bambini semplicemente dolcissimi, che ogni mattina mi corrono incontro appena esco dal cancello di casa. 
Ogni giorno questi bambini riescono a mettermi il sorriso e a darmi la forza per affrontare un unica ma grandissima fatica: la nostalgia. La stessa e unica fatica che ho incontrato in quei 40 giorni, anche se, come dico sempre, qui ho la mia seconda famiglia! Perché alla fine è proprio così: qui in Guinea ho trovato la mia seconda grande famiglia.