Time for Africa

Posted by Marzia Mascolo

“Una preoccupazione di base per gli altri nella nostra vita individuale e di comunità può fare la differenza nel rendere il mondo quel posto migliore che così appassionatamente sogniamo”. (N. Mandela)

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Dall’istante in cui ho deciso di intraprendere il corso di formazione per il volontariato internazionale a S. Antonio Abate, tante, troppe persone mi han detto che la mia partenza non renderà il mondo migliore e non sarà sufficiente a cambiare le cose. Mi hanno detto che l’Africa posso aiutarla da qui. E d’improvviso mi è venuta tanta voglia di aiutare loro! È pur vero che il nostro passaggio non cambierà le cose, non cancellerà tutte le difficoltà, ma renderà di certo il mondo un posto un po’ migliore. Ho iniziato a frequentare il corso alcuni mesi fa sotto la guida di Lucia e Paola, della compagnia missionaria del Sacro Cuore; non siamo molti ad aver intrapreso questa esperienza, ma, seppur in pochi, abbiamo la determinazione di un esercito. Ci incontriamo circa una volta al mese e questo appuntamento fisso si ripeterà per due anni, fino a quando tutti non saremo pronti per questa ‘avventura’. È possibile che alla fine qualcuno non se la sentirà e magari non partiremo tutti, ma per ora abbiamo lo stesso obbiettivo: l’Africa. Alcuni potrebbero credere che due anni per un corso di formazione siano troppi, io all’inizio ho persino pensato di poter partire anche subito, senza alcuna preparazione, ma mi sbagliavo. Ogni volta, ogni incontro è un appuntamento con noi stessi, o almeno è come io la vivo. So già che arrivata al centro Betania mi troverò faccia a faccia con me stessa e, inevitabilmente, mi scopro a pormi le più svariate domande, ad ammettere fragilità e limiti. Ogni volta conosco un po’ in più dell’immensa Africa che mi porto dentro, un continente che in gran parte risulta ancora inesplorato. Ed ecco che una formazione si rivela necessaria, dobbiamo conoscere quanto più possibile di noi stessi, avere una maggiore consapevolezza della nostra persona, prima di dirci pronti ad un’esperienza così importante. Questo corso è soprattutto relazione con gli altri, confronto: un confronto che ci arricchisce, perché spesso gli altri possono farti ritrovare tutto il bello che hai dentro e che avevi scordato; un confronto che, inevitabilmente, sfocia in un importante legame di affetto e di rispetto. Probabilmente non saremo noi, i fantastici 6, a cambiare il sistema, le condizioni socio-economiche dell’Africa, ma di certo faremo parte di quelli che hanno creduto di poter cambiare il mondo e che magari un po’ l’hanno cambiato. Perché se c’è una cosa di cui sono certa è che se, anche per un periodo breve, regali il tuo tempo a qualcuno, quel qualcuno, che sia un bambino, un anziano, comincerà a guardare il mondo con occhi diversi… e lo farai anche tu. Così il mondo diventerà il posto in cui esistono ancora persone pronte ad aiutare, il posto in cui posso sopravvivere anche senza la mega tecnologia, dove persone dal colore diverso hanno la fortuna di poter condividere un pezzo di vita e ne sono felici. Sarà il posto in cui esiste qualcuno che non ti evita per il colore della pelle, ma un bel giorno decide di rinunciare alla sua comoda vita e viene a tenderti una mano; il posto in cui due grandi occhioni scuri e grati riusciranno a regalarti istanti di felicità anche quando sarai stanco. Il posto in cui non c’è bisogno di grandi cose per essere felici. Forse il mondo non lo cambieremo davvero, ma agli occhi delle persone che potremo aiutare sarà di certo migliore. E ora venite a dirmi di non partire! 

“Una preoccupazione di base per gli altri nella nostra vita individuale e di comunità può fare la differenza nel rendere il mondo quel posto migliore che così appassionatamente sogniamo”. (N. Mandela)

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Dall’istante in cui ho deciso di intraprendere il corso di formazione per il volontariato internazionale a S. Antonio Abate, tante, troppe persone mi han detto che la mia partenza non renderà il mondo migliore e non sarà sufficiente a cambiare le cose. Mi hanno detto che l’Africa posso aiutarla da qui. E d’improvviso mi è venuta tanta voglia di aiutare loro! È pur vero che il nostro passaggio non cambierà le cose, non cancellerà tutte le difficoltà, ma renderà di certo il mondo un posto un po’ migliore. Ho iniziato a frequentare il corso alcuni mesi fa sotto la guida di Lucia e Paola, della compagnia missionaria del Sacro Cuore; non siamo molti ad aver intrapreso questa esperienza, ma, seppur in pochi, abbiamo la determinazione di un esercito. Ci incontriamo circa una volta al mese e questo appuntamento fisso si ripeterà per due anni, fino a quando tutti non saremo pronti per questa ‘avventura’. È possibile che alla fine qualcuno non se la sentirà e magari non partiremo tutti, ma per ora abbiamo lo stesso obbiettivo: l’Africa. Alcuni potrebbero credere che due anni per un corso di formazione siano troppi, io all’inizio ho persino pensato di poter partire anche subito, senza alcuna preparazione, ma mi sbagliavo. Ogni volta, ogni incontro è un appuntamento con noi stessi, o almeno è come io la vivo. So già che arrivata al centro Betania mi troverò faccia a faccia con me stessa e, inevitabilmente, mi scopro a pormi le più svariate domande, ad ammettere fragilità e limiti. Ogni volta conosco un po’ in più dell’immensa Africa che mi porto dentro, un continente che in gran parte risulta ancora inesplorato. Ed ecco che una formazione si rivela necessaria, dobbiamo conoscere quanto più possibile di noi stessi, avere una maggiore consapevolezza della nostra persona, prima di dirci pronti ad un’esperienza così importante. Questo corso è soprattutto relazione con gli altri, confronto: un confronto che ci arricchisce, perché spesso gli altri possono farti ritrovare tutto il bello che hai dentro e che avevi scordato; un confronto che, inevitabilmente, sfocia in un importante legame di affetto e di rispetto. Probabilmente non saremo noi, i fantastici 6, a cambiare il sistema, le condizioni socio-economiche dell’Africa, ma di certo faremo parte di quelli che hanno creduto di poter cambiare il mondo e che magari un po’ l’hanno cambiato. Perché se c’è una cosa di cui sono certa è che se, anche per un periodo breve, regali il tuo tempo a qualcuno, quel qualcuno, che sia un bambino, un anziano, comincerà a guardare il mondo con occhi diversi… e lo farai anche tu. Così il mondo diventerà il posto in cui esistono ancora persone pronte ad aiutare, il posto in cui posso sopravvivere anche senza la mega tecnologia, dove persone dal colore diverso hanno la fortuna di poter condividere un pezzo di vita e ne sono felici. Sarà il posto in cui esiste qualcuno che non ti evita per il colore della pelle, ma un bel giorno decide di rinunciare alla sua comoda vita e viene a tenderti una mano; il posto in cui due grandi occhioni scuri e grati riusciranno a regalarti istanti di felicità anche quando sarai stanco. Il posto in cui non c’è bisogno di grandi cose per essere felici. Forse il mondo non lo cambieremo davvero, ma agli occhi delle persone che potremo aiutare sarà di certo migliore. E ora venite a dirmi di non partire!